Passing Dreams (2024)

Passing Dreams (2024)

Avatar Giada Ciliberto

Passing Dreams (2024) di Rashid Masharawi è un film che « si muove sul simbolismo. […] È un road movie e la storia (sua) è muoversi».

Senza esibizioni voyeuristiche della violenza o accentuazioni di una miseria pregiudicata, l’innocenza quotidiana dei bambini viene stravolta completamente dall’impercorribilità delle strade palestinesi, “oggetti a” una rigida frammentazione geopolitica.

L’azione dei personaggi appartiene a una mappa in divenire e, come ha dichiarato il regista, le riprese del film hanno riscontrato diverse difficoltà negli spostamenti (ivi incluse il campo profughi, Betlemme, Gerusalemme e Haifa – quest’ultimo il luogo d’origine, onnipresente nell’omonimo film del 1995).

Il ritrovamento di un piccione influenzerà un road movie inizialmente lineare nel raggiungimento del suo scopo, per poi lasciare quel margine di libertà nel flusso filosoficamente transitorio.

Un senso di libertà relegato nel simbolo del piccione, che si distingue dagli altri, non è un uccello comune. La sua assenza “‘in campo” suggerisce al nostro sguardo la possibilità di scorgere l’interezza dell’estremo orizzonte, minacciato dal 7 ottobre 2023. (Precedente inserzione a cura di Alessandro Passariello)

Allo stesso tempo, oscillando tra la pazienza e la sconfinata empatia dello zio di Sami, il bambino dell’inesauribile e sempre più intima ricerca del piccione volato via, permane nel film un invito a fare quel che è importante senza pensare alle conseguenze, disinnescando – quindi – l’oppressore e la propria colpa come farebbe un reporter, senza arrendersi.

Il piccione, come la gabbia, sembra un pretesto per fare come si desidera, mentre la colonna sonora e una barzelletta scaldano il cuore di chi tenta di preservarle dalle poltrone della sala.

Inserti dalla presentazione e dal dibattito in sala con il regista il 15 novembre al MAXXI di Roma durante il MedFilm Festival: 

Presentato durante lo scorso anno in occasione dei MedMeetings, con una sceneggiatura che risale a 2 anni fa, Passing Dreams (2024) è un film realizzato da Rashid Masharawi (agli Oscar 2025 con From Ground Zero) in 6 mesi ma che si svolge in un solo giorno e affronta un tema di cui «è importante parlare ora». 

«Questo film si muove sul simbolismo. […] È un road movie e la storia è muoversi. Nonostante ci siano molte storie da raccontare, mi importava far vedere che una sola casa palestinese fosse occupata per contenerle tutte. (Una casa che potesse, quindi, contenere molte storie).»

«Realizzare un film di fiction è difficile in Palestina. La troupe doveva essere molto informata su quello che ogni giorno accadeva intorno. Per questo motivo per farlo abbiamo avuto bisogno di un piano A, di un piano B e di un piano C, e – molto spesso – si è optava per il piano C.» 

Sui bambini che hanno partecipato alle riprese, il regista spiega che questi ultimi: «conoscevano doppiamente i significati dello sportarsi, di ciò che questo movimento comportava, anche i più profondi.» 

Dall’intervento di uno spettatore in sala – al quale il regista risponde dicendo: «di essere felice di poter vedere il film attraverso i nostri occhi» – si evince come: «questi sogni transitino, superando i check-point, mostrando la difficoltà di attraversare il Paese».

Poiché: il film si apre invitando lo spettatore ad assistere alla lavorazione del legno di un artigiano palestinese per poi seguire con lo sguardo un bambino che – senza timore – va incontro ai soltati israeliani a uno dei check-point: 

«Continuiamo a raccontare la stessa storia, lo stesso sogno, con il desiderio che la speranza sia la resistenza».

«Fisicamente non potevamo filmare ma lo abbiamo fatto lo stesso.» (È, forse, una delle metafore del fatto che:) «Abbiamo imparato a trovare soluzioni.»

Citazioni da Passing Dreams (2024): 

«I piccioni non devono passare per i posti di blocco e per le strade.»

«Ricordati di tornare.»

«Se il piccione vuole volare, lasciamolo volare.»

«È stato amore al primo tiro. Quando mio padre mi ha scoperto a fumare ha dovuto fumare una sigaretta per calmarsi» […] «Non posso fargli visita. Allora vorrei addestrare il piccione a inviare messaggi.»

«Non volevo ingannarlo ma soltanto farlo felice.»

«Come se non abbia di meglio da fare.»

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