Realizzato per il 48 Hour Film Project, il film di Lorenzo Marte Black Sabbato (2022) disinnesca le competizioni tra gruppi e singoli individui in favore della contaminazione tra generi musicali.
Black Sabbato (2022) di Lorenzo Marte acuisce per poi disinnescare le competizioni tra gruppi e singoli individui, scena dopo scena, a partire da un ironico e originale escamotage, riducendole a un unicum (Reductio ad unum), in questo caso, prettamente umano e potenzialmente identificabile, dallo spettatore, in tante sfumature quante ne potrebbero contenere, se applicate all’orecchio dell’Uomo, i generi musicali esistenti qualora vengano essi stessi posti in contaminazione tra loro.
Essendo una commedia musicale, l’opera filmica di Lorenzo Marte può giocare con l’inserimento del coro anche nel parlato, risultando efficace anche nelle intenzioni degli esponenti dei 2 gruppi, i Musical-lovers e i Metallari.
Dall’ascolto tra i componenti di ogni gruppo si evince, più di ogni altra cosa, la volontà di fare un film insieme non solo che funzioni, ma anche che sfrutti la più piccola risorsa a disposizione in favore della collettività rappresentata dagli attori in scena.
A colpire l’attenzione dello spettatore, se si pensa ai dettagli della scenografia applicati alle azioni degli attori, è la creazione – attraverso l’interazione tra questi due elementi – di una dimensione sacrale del tempio musicale e, al contempo, la sua tempestiva dissacrazione.
Al rito d’iniziazione si affianca un gioco simil-virtuosistico sugli eccessi e che somiglia al desiderio di smontare gli stereotipi presi in causa, di volta in volta, nel gioco tra le parti.
Avendo avuto così poco tempo per realizzare qualcosa di tanto accurato nei dettagli e che potesse coordinare così tanti attori coinvolti in scena, l’armonia che ne risulta sul finale, a partire, ad esempio, dalla scelta delle luci e delle location, oppure dall’inserimento, perfino, di piccoli elementi vintage – come il Compact Disc – è piuttosto lodevole.
Ammirevole tanto quanto l’enfasi della Mdp su un unico sospiro che, precedendo in replay l’accaduto dell’intera giornata a mò di personale riflessione, è anche un respiro che permette anche allo spettatore stesso di riconoscersi sorpreso per la storia in cui è incappato e per il lavoro svolto con ingegno da tutta la troupe.
• Se, come ha ricordato Pupi Avati (in occasione della proiezione di un suo film ad Effetto Notte 2024) i film, come il suo, a basso budget, sono (o hanno più possibilità) – ancora oggi – di essere dei film ben riusciti, questo film, se avesse avuto un budget leggermente più alto, sarebbe già in corsa per essere sponsorizzato dalla Disney e co.
• Che dire? Produttori, puntate sul cinema indipendente, o almeno pensateci, nel peggiore dei casi avrete esclusivamente tralasciato tante grandi cose inutili, ma, molto probabilmente, non ve ne pentirete!
- Il cortometraggio è stato realizzato per il 48 Hour Film Project – del contest ne parla lo stesso regista, ripercorrendo gli aneddoti principali della sua esperienza personale, nel suo ultimo articolo Il mio primo film da regista: la storia di Black Sabbato: https://www.lorenzomarte.com/2024/12/29/il-mio-primo-film-da-regista-la-storia-di-black-sabbato/
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