Gloria! (2024) Un film di Margherita Vicario

Gloria! (2024)

Avatar Giada Ciliberto

In Gloria! (2024) di Margherita Vicario non è il film che passa attraverso la musica, ma la musica che passa attraverso il film. 

«È assurdo, è incredibile» non è solo quello che ho pensato durante la prima visione di Gloria! (2024), il primo film di Margherita Vicario, ma anche quello che esclamano unanimemente le sue protagoniste.

Accompagnate da un suono che decresce in una danza del corpo che diventa musica e tutt’uno con lo schermo filmico, grazie all’alternanza tra la luce e il buio nell’incipit della prima creazione di Margherita Vicario.

Nell’elogio del caos della regista quel che traspare, e probabilmente non si dovrà (o potrà) mai dimenticare: è che non è il film a passare attraverso la musica, ma la musica a passare attraverso il film.

  • Una sonorità curativa e senza tempo si alterna al silenzio, in un crescendo di emozioni, sintonia, ascolto, libertà e bellezza.
  • Grazie a un realistico e sottile ritratto della figura maschile, che tralascia la sua somiglianza con qualsivoglia stereotipo, sembra di ritrovare, tra le espressioni e i temperamenti di chi, come il Maestro, si oppone all’inno di « Gloria! », la Banalità del male di Hannah Arendt (1963).

Un luogo chiuso in se stesso ma dove la musica, che solo poche possono ascoltare, rappresenta – attraverso le figure di donna, come Teresa e Lucia – la concretezza (o amore) che agisce d’istinto per la sopravvivenza dell’altra, per sfuggire alla morte.

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